martedì 16 ottobre 2007

La Gonna Egiziana / A Ruota


Il Confezionamento...


Prendere le misure:
Munirsi di un metro da sarta e fissarlo sui fianchi dove si desidera che appoggi la gonna una volta finita.
Misurare quindi la circonferenza della cintura; misurare pure il punto in cui i fianchi sporgono maggiormente.
A questo punto munirsi di un'altro metro e misurare la lunghezza della gonna: dalla cintura fino a 3cm da terra.
Per es.:
circonferenza cintura = 80cm
circonferenza fianchi = 90cm
lunghezza gonna = 100cm

Misure del cartamodello:
Munirsi di un grande pezzo di carta, matita e spago.
Aggiungere 5-10cm alla circonferenza dei fianchi per ottenere una gonna facilmente sfilabile.
Circonferenza fianchi 100cm + 10cm = 110cm
Calcolare il raggio: 110 /2=55 /3.14= 17.6 ca. 18
Raggio della gonna: lunghezza 100cm + 18= 118cm

Disegnare il cartamodello:
Stendere il pezzo di carta su di un tavolo.
Fermare un'estremità dello spago su un'angolo della carta.
Sull'altra estremità dello spago annodare una matita.
A questo punto disegnamo 2 quarti di cerchio (uno piccolo ed uno grande).
Il primo cerchio sarà distante 18cm dall'angolo della carta; mentre il secondo a 118cm.

..continua..

venerdì 28 settembre 2007

RITMI ARABI


Introduzione ai ritmi arabi:

Maqsum

Baladi

Sa'idi

Fellahi

Ciftitelli

Malfuf

Masmudi

Ayub

El Zaffa

Khaligi

Sama'i

Karachi

Darj

Karislama

Serto

Bolero

Jabalee

Tramandati nei secoli, vennero trascritti con notazione musicale solo nell'ultimo secolo;
le parole onomatopeiche utilizzate per la scrittura ritmica sono:

Dum Tak - Tak Dum - Tak

Dum - Tak - Ka

In seguito verrà analizzato ogni ritmo a parte con un'esempio sonoro.

IL MITO DELLA DEA MADRE ISHTAR


Il Mito narra che Ishtar, Dea Madre nell'antica Mesopotamia, perse tragicamente suo marito, Tamouz. Decise così di ricercarlo nell'Ade, il Mondo delle Ombre.

Il percoso era ostile e tortuoso, e presentava un susseguirsi di sette cancelli ai quali appariva di volta in volta un demone guardiano. Per poter proseguire il viaggio, ad ogni cancello Ishtar era costretta a lasciare uno dei sette veli che teneva appesi sui fianchi (simboli della sua gloria).

Dopo aver ceduto l'ultimo velo, Isthar poté finalmente riabbracciare il suo amato Tamouz ed ottenne dalla sorella Ereshkigal, Signora degl'Inferi, il consenso di poterlo riportare per sei mesi l'anno sulla terra. Percepiamo in questa storia l'antico Mito del Cico Vitale o del Susseguirsi delle Stagioni sulla Terra, dove il viaggio di Ishtar simboleggiava l'inverno, mentre il ritorno dall'oltretomba con il marito, la primavera.

Questi due eventi venivano celebrati dai popoli dell'antichità. Nel primo caso veniva organizzato un vero e proprio funerale, al quale seguiva un periodo di digiuno; nel secondo, invece, si oganizzavano feste e banchetti.

GHAWAZEE & AWALIM


Il IV sec. D.C. fù un duro colpo per la Danza del Ventre in quanto il Cristianesimo e l'Islam dominarono il Medioriente. Seppur adattati alle nuove religioni, restarono certe feste e riti pagani; ma andarono purtroppo del tutto distrutti e rifiutati i rituali al culto degli dei e le danze della fertilità. Per questo motivo danzatrici, musici e cantanti furono ridotti ad essere schiavi per secoli, e si perse così la stima attribuita a queste professioni fino a quel tempo nei paesi arabi. Durante il XIX sec., in Egitto esistevano due tipi di danzatrici: le ghawazee (gitane, zingare), e le awalim.

Le prime ballavano per strada o nei campi per un pubblico di basso rango, accompagnate da musicisti di nay, tabla e mizmar.

Le seconde, più rispettate, oltre a danzare, sapevano cantare e recitavano poesie. Si esibivano in case di ricchi con suonatori di nay, oud, kanoon e tabla. In entrambi i casi la danza era comunque improvvisata.

La figura della danzatrice orientale, così come la conosciamo oggi, deriva dalla nomade ghazyia.

LA FERTILITA' i riti


Nell’ antichità si credeva che la fertilità fosse direttamente connessa alla terra; ed alle donne, in quanto creatrici di nuova vita, si attribuivano poteri magici. Come esempio possiamo citare i rituali magici in onore della fertilità nella Anatolia Centrale e nel Mediterraneo (Turchia) praticati dalle sole donne (gli uomini venivano tassativamente esclusi!).Idem nell'antica Grecia e Roma in onore però delle divinità provenienti dall'Est (in particolare dalla Turchia e Siria). Mentre nella terra di Afrodite (dea greca dell'amore e della fertilità), Cipro, venivano praticate danze rituali accompagnate da percussioni e canti, tramite le quali andavano in trance; ciò serviva loro per entrare in contatto con la dea e trarne il suo potere.

Riti simili riscontriamo praticamente in tutti i paesi orientali, dalla Mesopotamia, all' Egitto, passando per la Fenicia, l' Arabia e l'India. A queste cerimonie danzanti e canterine partecipavano un gran numero di donne. In tali occasioni alcune si offrivano al loro uomo in onore della dea. Lo scopo era semplicemente ottenere la fertilità propria e della terra.

LA DANZA OGGI


La Danza del Ventre e' oggi oggetto di studi approfonditi da parte di maestri e professionisti. Fa parte della cultura e tradizione della maggior parte dei paesi arabi (in particolare Egitto, Libano e Turchia), ed un evento senza uno spettacolo di danza non è completo. Gli arabi sono soliti chiamare delle danzatrici del ventre per esibirsi ai matrimoni, per augurare agli sposi felicità e prosperità. E' usanza inoltre che essi vengano immortalati in una fotografia con le loro mani poste sul grembo della ballerina come simbolo si fecondità.

Tuttavia per questioni politico-religiose la danzatrice viene messa spesso in secondo piano dai regimi arabi ed a volte viene addirittura perseguitata.

Le famose danzatrici del presente sono: Fifì Abdul, Nagwa Fuad, Amani, Mona Said e tante altre. Danzano solitamente in hotel di lusso, con un'orchestra di strumenti moderni e tradizionali. L'abito è unico, la scenografia è straordinaria e la musica è composta appositamente per loro. Solo successivamente si esibiscono in una serie di canzoni popolari.

In genere tutte le donne arabe danzano il baladi, appreso fin da piccole nelle feste di famiglia. Sono poche però quelle che intraprendono la strada della professione, perché essere danzatrici nella società musulmana non è ben visto.

giovedì 27 settembre 2007

LA DANZA NEI CABARET


Con la massiccia colonizzazione europea dei primi del ‘900, si ha un cambiamento radicale nella vita sociale degli egiziani e il Cairo comincia ad assumere l'aspetto di una grande metropoli. Fino ad allora esistevano danzatrici professioniste che si esibivano in case private o nei café, ma nel 1930 Badia Mansabny, ballerina libanese, fondò il ‘Casinò Badia’, la prima sala per le feste del Cairo, che segnò la svolta radicale per la Danza del Ventre. Questo luogo divenne molto popolare. Offriva uno stile di danza diverso in quanto se prima si ballava in piccoli spazi, qui si poteva adattare a grandi scenari, i balli erano di gruppo, con la solista che si distingueva per il proprio talento. Badia formava direttamente le sue ballerine, unì il canto, la danza e la recitazione, lavorava con coreografi e danzatrici europee per includere elementi di altre danze (ad esempio il balletto classico). Introdusse l'abito a due pezzi con lustrini e frange che verrà successivamente rappresentato nelle pellicole americane. Si gettarono così le basi della danza orientale moderna.

Il Casino Badia formò le due più grandi danzatrici della storia dell'Egitto, Tahia Carioca e Samia Gamal.Nacquero i primi cabaret con stampo tipicamente occidentale, dove la protagonista principale divenne la danzatrice orientale professionista solista.

La Danza del Ventre viene ora lanciata con un carattere europeo e solca i grandi palcoscenici del mondo hollywoodiano, e muta, aimé, totalmente significato e modo di esprimersi. La Danza Orientale diviene così una tradizione in Egitto e si divulgò poi in tutto il mondo arabo attraverso la folta produzione musicale e cinematografica (musical, commedie, film drammatici) che vedeva come protagoniste proprio le danzatrici dei cabaret egiziani.

DANZA DEL VENTRE il nome


Nei paesi arabi è conosciuta con il termine di ‘Raqs Sharqi’ che significa "danza mediorientale". Il nome "danza del ventre" (in inglese 'Belly Dance') si inizia ad utilizzare dal '700. Venne denominata così dai viaggiatori europei (in particolare francesi: 'danse du ventre' e greci: 'cifte telli') che attraversavano questi paesi alla ricerca di nuove culture. Rimasero in particolare sorpresi dai movimenti del ventre e del bacino che non esistevano nelle danze europee.

Esistono vari stili di danza del ventre ed ognuno porta un nome differente: la danza con il velo; la danza del bastone (Saiidi e Raqs El Assaya); la danza con i cimbali (Sagat); la danza del candelabro (Raqs El shamadam); la danza con la spada (Raqs Al Sayf) oltre alle danze tradizionali Raqs sharqi e Raqs Balladi.

DANZA DEL VENTRE le origini


La Danza del Ventre è una tra le danze più antiche del mondo. Infatti i movimenti rotatori e sinuosi della danza orientale riprendono gli antichi significati della fertilità, legati al culto dell'antica dea madre, che venne rappresentata da ogni civiltà diversamente e con diversi nomi: Mylitta, Isis, Ashtoreth, Astarte, Ishtar, Aphrodite, Venus, Bhagvati, Parvati e Ceres. Tuttavia le sue origini precise ci appaiono ancora incerte.

La Danza del Ventre si distingue nella danza Raks Baladi (danza del popolo) e nella Raks Sharki. Il primo stile è più elementare rispetto al secondo, con meno spostamenti e l'utilizzo predominante del bacino. Mentre il secondo è più raffinato e ricco, include movimenti del folclore egiziano, della danza classica e contemporanea occidentale con grandi passi, giri e movimenti di tutto il corpo, compresa la testa che è fondamentale.